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Leggenda: La ninfa del Lago di Carezza

Un tempo, nelle acque del Lago di Carezza visse una ninfa di particolare bellezza

Questa ninfa deliziò con il suo canto melodioso i viandanti che salirono al Passo di Costalunga. Un giorno, anche lo stregone di Masaré la sentì cantare e si innamorò sperdutamente della ninfa. Egli usò tutti i suoi poteri per conquistare la fatina del lago senza riuscirvi. Così lo stregone chiese aiuto alla strega Langwerda, che gli consigliò di travestirsi da venditore di gioelli, di stendere un arcobaleno dal Catinaccio al Latemar, e di recarsi quindi al Lago di Carezza (Karer See), un lago a ben 1.520 m di altitudine, per attirare la ninfa e portarla con sé.

Così fece: stese il più bell'arcobaleno mai visto sino ad allora tra le due montagne e si recò al lago, ma dimenticò di travestirsi. La ninfa rimase stupita di fronte all'arcobaleno colorato di gemme preziose. Ma ben presto si accorse della presenza del mago e si immerse nuovamente nelle acque del lago. Allora non fu più vista da nessuno. Lo stregone, distrutto dalle pene d'amore, strappò l'arcobaleno con le gemme dal cielo, lo distrusse in mille pezzi e lo gettò nel lago.

Questa è la ragione, perché ancora oggi il Lago di Carezza sotto le imponeti pareti del Catinaccio e del Latemar risplende tutti gli stupendi colori dell'arcobaleno, dall'azzurro al verde, e dal rosso all'indaco. In lingua ladina, il lago è noto come "Lec de Ergobando", Lago dell'Arcobaleno.

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